domenica 8 agosto 2010

Gli australiani non esistono.

Quattro volte a settimana, mi alzo la mattina, tosto le fette pane, ci spalmo sopra la nutella e le mangio insieme a una coppa di cereali integrali e magari un po’ di frutta. Prendo la metro arrivo in stazione, cammino un 10 minuti e arrivo in facoltà.

Il vostro immaginario collettivo starà navigando tra canguri che inseguono il treno saltellando mentre io faccio ciao ciao con la mano dal finestrino, orde di surfisti muscolosi che si lanciano tra onde gigantesche mentre nel mare incombe la bufera, fiumi di bionde longilinee che scorazzano leggiadre in costumi rosso scarlatto. Sole cocente e sabbia morbidissima. Ricordiamo che io sono sul treno che porta all’università.

Bene, tutto questo non esiste. O perlomeno, esiste, ma per una serie di congiunture astrali mi ritrovo a fare colazione con involtini primavera piuttosto che con uova e bacon.

Gli australiani non frequentano i master. Non so per quale motivo, forse perché non ne hanno bisogno visto che per loro è facile trovare lavoro, forse perché qui le università costano un occhio della fronte o forse perché sono attratti dalla natura e preferiscono camminare nel verde . bush walking - . Comunque non ha importanza. Il fatto è che sono tutti cinesi. Non australiani di origine asiatica, ma cinesi cinesi, venuti qui per fare la specialistica.

In un corso, su una cinquantina di studenti, siamo solo 3 non asiatici, e ci sediamo affianco. In tutti i gruppi per i lavori da consegnare sono, almeno per metà, cinesi. In uno sono l’unico non cinese. Ed io che avevo scelto l’Australia per migliorare il mio inglese!

L’invasione del dragone asiatico procede a passi spediti. Nel giro di dieci giorni 2 coppie di coinquilini hanno cambiato casa. Due polacchi e due italiani, tutti molto simpatici. Sono stati subito rimpiazzati da altri coinquilini che, indovinate da dove vengono??

“Risotto Cantonese” dicono le carte. Cloris solleva le sopracciglia e la bigiotteria splende più forte.

La mia casa sarà colonizzata. Ormai siamo un manipolo di europei solidali, destinati a scomparire. Come si fa a competere con gli intant noodles? qui la cosa più italiana che esista è la mortadella made in Australia!

Capisco quindi che devo aprirmi a loro, come i giapponesi all’arrivo degli americani. Rivoluzione istantanea. Non ci sono difese che tengano. Che poi il primato della muraglia è loro!

Sto imparando frasi semplicissime in cinese. Sono protagonista di scambi internazionali tra salsicce e zuppe dal nome a me ignoto. Nella mia credenza ci sono noodles e salsa di soia, con contaminazioni giapponesi da alga per sushi. Ho anche imparato a usare la macchina elettrica per cucinare il riso. In tutto questo la moka osserva, contrita, in disparte.

Numero di australiani conosciuti qui: una decina. Numero di cinesi conosciuti qui: ho perso il numero.

Inizio a credere che gli australiani siano creature mitologiche come Odino o il mostro di Loch Ness. Forse se sono fortunato e ne fotografo uno posso passare alla storia, come gli astronauti sulla luna. Finirò nei libri di storia!

Comunque, continuo a sperare che prima o poi mi ritroverò a surfare a Bondi come ho visto fare ieri in spiaggia. O se lo trovate troppo irreale, a rimanere seduto a vedere gli altri cavalcare le onde, mentre bevo una Tooheys e mangio salsicce BBQ. 100% australiano.

Vedremo. Intanto stamani mentre io prendevo la nutella a cucchiaiate, una mia coinquilina mangiava pollo a colazione. Sono corso in camera per l’impatto emotivo. Si è vero, mi sento molto Marco Polo, ma lui ha avuto più tempo per prepararsi allo shock.

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